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Gallerie d'Italia - Torino
Dal 27 novembre 2024 al 12 gennaio 2025
Intero 10€, ridotto 8€, ridotto speciale 5€ per clienti del Gruppo Intesa Sanpaolo e under 26; gratuità per convenzionati, scuole, minori di 18 anni, dipendenti del Gruppo Intesa Sanpaolo, prima domenica di ogni mese
La mostra espone due opere prestigiose di Orazio Gentileschi e Antoon van Dyck, entrambe conservate presso la Galleria Corsini di Roma.
La Madonna col Bambino dipinta a Roma da Orazio Gentileschi intorno al 1610 e la Madonna della paglia di Antoon van Dyck, realizzata a Genova tra il 1625 e il 1627, fin dal Settecento si trovavano a confronto nella “Galleria nobile” di Palazzo Corsini alla Lungara a Roma, la sala destinata ad accogliere i capolavori selezionati dal cardinale Neri Maria Corsini.
Dieci anni circa separano i due quadri, che costituiscono due diverse interpretazioni della cosiddetta “Madonna del latte”, un’iconografia fortunatissima, nata per visualizzare concretamente il ruolo di Maria come madre di Cristo.
Il quadro di Gentileschi testimonia la novità della rivoluzione di Caravaggio e della pittura “dal naturale”, in cui il tema sacro è trasformato in un momento intimo e quotidiano. L’essenza dell’opera è infatti tutta nell’umanissimo scambio di sguardi tra la madre e il figlio, che allunga la mano per tirarle la veste. Se non fosse per l’aureola e i consueti colori rosso e blu dell’abito, la Vergine potrebbe essere una qualsiasi ragazza del popolo, abbigliata secondo la moda romana dell’epoca, così come il Bambino con il suo sgargiante vestito giallo.
Van Dyck, invece, sulla scia dei grandi maestri del Rinascimento italiano, reinterpreta il tema con una forte densità simbolica, inserendolo nel contesto della Natività. In ossequio ai dettami del Concilio di Trento, evita di mostrare un’immagine “sconveniente”, coprendo il seno di Maria con la testa del bimbo addormentato, ma lasciando la veste abbassata per alludere all’allattamento. Una serie di dettagli sottolinea poi la morte e resurrezione di Cristo: dal viso della Vergine, assorto e malinconico, alla nuvola scura che irrompe nella capanna, fino alle spighe che danno il nome al quadro e i cui steli formano una croce in primo piano.
La Galleria Corsini, una delle due sedi delle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma, è ospitata nelle sale che furono gli appartamenti privati del cardinale Neri Maria Corsini (1685-1770), all’interno del grande palazzo di famiglia in via della Lungara a Trastevere. Si tratta dell'unica quadreria settecentesca romana giunta sostanzialmente intatta fino ai nostri giorni, grazie alla donazione fatta dal principe Tommaso Corsini allo Stato italiano, che nel 1883 aveva acquistato il palazzo per ospitare l’Accademia Nazionale dei Lincei, l’Orto Botanico e la prima sede delle Gallerie Nazionali.