con Andrea Viliani
Mimmo Jodice (Napoli, 1934) osserva il mondo soffermandoci sulle soglie di un tempo in cui si intrecciano il passato, il presente e il futuro, un tempo posto al di là del suo stesso scorrere, sospeso nella dimensione – fisica e metafisica, empirica e contemplativa – dell’attesa.
Un’attesa che è matrice di una pratica rigorosamente analogica e manuale della fotografia: ricerca paziente dell’illuminazione, spesso mattutina, in grado di rilevare l’essenza del soggetto rappresentato, o altrettanto paziente bilanciamento dei bianchi e dei neri in camera oscura.
Jodice perviene così al nitore di immagini in bianco e nero restituite da una macchina da presa che si fa “macchina del tempo” (o, meglio, del suo superamento), nell’incantata perlustrazione del mondo, dal ventre di Napoli alle sponde del mediterraneo con le loro vestigia di antiche civiltà ormai scomparse, fino ai fantasmatici confini delle megalopoli globalizzate.
Ognuno di questi scatti celebra l’umano, colto in tutte le sue espressioni relative e trasfigurato in una realtà fotografica che, prescindendo da epoche o contesti, emancipa la fotografia stessa da un’interpretazione meramente documentaria per farle esprimere tutte le sue potenzialità rappresentative e conoscitive.
Evento organizzato in occasione di Artissima.