Con Massimiano Tellini, Head of Circular Economy, Intesa Sanpaolo Innovation Center,
Nicolas Lozito e Silvia Gambi
"Il modo in cui produciamo e consumiamo i vestiti è altamente insostenibile. solo nell'unione europea, ogni anno buttiamo via circa 5,8 milioni di tonnellate di prodotti tessili. si tratta di quasi 11 kg a persona. Il rapporto che abbiamo sviluppato con i tessuti inquina il nostro mondo. Utilizza quantità eccessive di acqua ed energia, danneggia la natura e provoca emissioni di gas serra in tutto il mondo. Ecco perché chiederemo ai produttori di assumersi una maggiore responsabilità per i rifiuti tessili creati, promuovendo pratiche di riutilizzo e riparazione, in modo da costruire un rapporto più sostenibile con gli abiti che indossiamo".
Queste sono le parole di Frans Timmermans, Executive Vice-President dell’European Green Deal, un messaggio forte che evidenzia la centralità del nuovo paradigma economico per raggiungere gli obiettivi relativi alle prestazioni ESG, alla lotta al cambiamento climatico, alla decarbonizzazione e ad altre sfide globali; un paradigma che offre al contempo nuove e migliori opportunità di crescita guidate dai principi intrinseci della Circular Economy (“CE”) come il re-design, l'innovazione e la diversificazione dei modelli di business.
Oggi gli attori della fashion&luxury industry sono consapevoli che i potenziali driver dei benefici della CE, oltre a vantaggi legati ai temi di natura ambientale, includono anche vantaggi in termini di competitività strategica a favore di un’economia resistente alle future perturbazioni globali, garantita proprio dal disaccoppiamento della crescita economica dall’estrazione di risorse vergini. sulla base di queste premesse, quali potrebbero essere i prossimi passi fondamentali per liberare il potenziale di transizione ce nel settore moda?
Evento organizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo Innovation Center