“Compianto sul Cristo morto” di Sandro Botticelli

DOVE

Gallerie d’Italia – Palazzo Zevallos Stigliano
Via Toledo 185, Napoli

QUANDO

Dal 22 giugno al 29 settembre 2019

Dopo il Ritratto d’uomo di Antonello da Messina da Torino, l’Arlecchino con specchio di Pablo Picasso da Madrid, I Musici di Caravaggio da New York e La Scapiliata di Leonardo da Vinci da Parma, alle Gallerie d’Italia di Napoli arriva il Compianto sul Cristo morto di Sandro Botticelli, grazie a un prestito eccezionale del Museo Poldi Pezzoli.

L’arrivo di questo capolavoro da Milano segna la nona edizione della rassegna L’Ospite illustre che propone, nelle sedi espositive di Intesa Sanpaolo dedicate alla promozione dell’arte, della cultura e della bellezza – le Gallerie d’Italia e il 36° piano del grattacielo di Torino –, un’opera di rilievo in prestito temporaneo da prestigiosi musei italiani e stranieri.

Un dipinto di coinvolgente espressività

Il Compianto sul Cristo morto raffigura con straordinaria partecipazione emotiva il momento in cui Gesù, dopo essere stato staccato dalla croce sul Golgota, sta per essere deposto nel sepolcro: il suo corpo esanime è in primo piano, in grembo alla madre che, sopraffatta dal dolore, è svenuta e viene sorretta da san Giovanni Evangelista mentre Maria Maddalena abbraccia con trasporto i piedi piagati. Giuseppe si trova al vertice della composizione piramidale e mostra al cielo i simboli della Passione: la corona di spine e i tre chiodi tolti dalla croce e dal corpo di Cristo.

Databile nei primi anni del Cinquecento, l’opera è stata realizzata durante la tarda attività del Botticelli e venne identificato per la prima volta nel 1568 da Giorgio Vasari su un altare nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Firenze. Fu acquistata nel 1879 da Gian Giacomo Poldi Pezzoli, il nobile collezionista fondatore della casa-museo milanese.

Messo a confronto con il Compianto di Botticelli, un’altra opera che affronta il dramma della morte e della sepoltura, conservata nel Museo e Real Bosco di Capodimonte a Napoli: si tratta del Trasporto di Cristo al sepolcro (1508-1510 circa) di Pedro Fernández, che, pur partendo da premesse figurative diverse, tocca nel ritmo agitato delle forme e nella carica patetica dei caratteri un’intensità non distante dai vertici raggiunti del maestro fiorentino.

Prende così vita alle Gallerie d’Italia un inedito confronto fra due importanti opere del Rinascimento, a ulteriore dimostrazione di come la rassegna non prescinda mai dai momenti di riflessione e indagine sull’arte italiana.