Felice Carena (Torino, 1879 – Venezia, 1966) si forma presso l'Accademia Albertina di Torino, allievo di Giacomo Grosso. I suoi primi interessi sono rivolti a lavori di ambito secessionista e simbolista, mentre dopo il viaggio a Parigi durante gli anni dell’Accademia resta affascinato dalle opere di Courbet.
Dopo aver vinto il Pensionato artistico nazionale nel 1906 con il dipinto La Rivolta, si trasferisce a Roma e nel 1910 ha una sala personale alla mostra degli Amatori e Cultori. Nel 1912 espone alla Biennale di Venezia, mentre nel 1913 fa parte della commissione ordinatrice della I Secessione romana ed è attratto dalla pittura di Cézanne e Matisse. Le sue qualità creative ed espressive intanto sono largamente apprezzate dalla critica.
Dopo aver combattuto nella Grande Guerra, dove è nominato ufficiale di artiglieria, si trasferisce ad Anticoli Corrado, ambiente fervido di incontri e significativo per le sue scelte tematiche e formali. Tra il 1922 e il 1924 organizza a Roma insieme allo scultore Attilio Selva una scuola d’arte presso gli Orti Sallustiani. Le lezioni sono frequentate, tra gli altri, da Emanuele Cavalli, Giuseppe Capogrossi e Fausto Pirandello.
Nel 1924 è chiamato a insegnare per chiara fama all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Carena non si era mai discostato dalla sua solida cultura figurativa, evoluta dai modelli simbolisti e dalla sua stima per Cézanne e Gauguin. Non ebbe dunque la necessità di invertire il suo corso stilistico, ma proseguì dando solidità e ricchezza di riferimenti classici alle sue composizioni, in cui via via affiora una componente espressionista, densa anche di una dimensione spirituale e religiosa.
Dal 1924 al 1944 Carena restò a Firenze ricoprendo il ruolo di presidente dell’Accademia che con lui ebbe il massimo del prestigio internazionale. Dopo la guerra il mutamento politico e sociale lo condusse a una nuova residenza, Venezia, in cui si completò, nel raccoglimento del suo studio e nella frequentazione dei modelli classici cinque-secenteschi, la sua aspirazione alla resa in luce della materia. Felice Carena scompare a Venezia nel 1966.