Gramsci. I quaderni del carcere ed echi in Guttuso

DOVE

Gallerie d’Italia
Piazza della Scala 6, Milano

QUANDO

Dal 24 maggio al 17 luglio 2016

Dal 24 maggio al 17 luglio 2016

Le Gallerie di Piazza Scala ospitano fino al 17 luglio 33 manoscritti dei Quaderni del carcere di Antonio Gramsci, uno dei più importanti pensatori del XX secolo. Accanto ai Quaderni sono in mostra La Battaglia di Ponte dell’Ammiraglio e I Funerali di Togliatti, due dipinti di Renato Guttuso conservati alle gallerie d’arte moderna di Roma e di Bologna, che ne testimoniano la lezione gramsciana e la visione dell’arte come impegno civile.

Dopo essere state esposti a Torino durante il XXIX Salone Internazionale del Libro, gli autografi di Gramsci vengono proposti al pubblico delle Gallerie negli spazi della sede storica della Banca Commerciale Italiana. La presenza dei Quaderni in questo luogo è tanto più significativa in quanto le loro vicende si sono in qualche modo intrecciate con quelle della Comit, attraverso la figura del presidente Raffaele Mattioli che, come è noto, operò attivamente per sostenere e proteggere gli intellettuali antifascisti, tra cui lo stesso Gramsci, e si prodigò per il salvataggio dei Quaderni stessi.

La mostra è stata ideata in vista del completamento dei lavori di restauro dei Quaderni del carcere di Antonio Gramsci affidati all’Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario (ICRCPAL). I Quaderni, collocati all’interno di teche appositamente progettate, sono integralmente consultabili in formato digitale attraverso un touch screen che permette di sfogliarne le pagine.

I temi della riflessione gramsciana sono ben simboleggiati da La battaglia di Ponte dell’Ammiraglio e da I funerali di Togliatti di Guttuso.
Il primo dipinto – nella versione destinata alla sede della scuola di formazione del Partito comunista italiano di Frattocchie – costituisce un suggestivo richiamo alle note gramsciane sul Risorgimento. La raffigurazione della vittoriosa battaglia combattuta da Garibaldi a Palermo il 27 maggio 1860 consente un rinvio alle note di Gramsci sull’impresa garibaldina, le memorie dei Mille (e in particolare alle Noterelle di Giuseppe Cesare Abba, fonte di ispirazione dello stesso Guttuso), lo scontro tra democratici e moderati e la situazione del Mezzogiorno prima e dopo l’Unità d’Italia.
I funerali di Togliatti evocano invece l’eredità di Gramsci in vario modo, a partire dal suo volto raffigurato accanto al feretro di Togliatti. Oltre a mostrare lo stretto legame tra Gramsci e Togliatti (che fu il suo primo editore e colui che gestì la sua complessa eredità), il dipinto contiene collegamenti diretti e indiretti ai temi della sua riflessione e, più in generale, al suo lascito: il moderno partito politico, gli intellettuali, le classi subalterne e la dimensione nazionale e internazionale.

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