Ritorna alle Gallerie d’Italia – Milano la rassegna musicale “Suoni Trasfigurati”.
L’iniziativa musicale realizzata in collaborazione con Serate Musicali e Fondazione Pasquale Battista. La seconda stagione di Suoni Trasfigurati si apre e si articola come un itinerario sensoriale che dissolve le consuete categorie dell’ascolto, per inaugurare una dimensione sinestetica in cui musica e spazio dialogano intimamente, in un incessante gioco di trasfigurazioni percettive e concettuali.
Musica e spazio: una nuova forma di interazione
La musica diventa un mezzo attraverso il quale lo spazio architettonico si manifesta nelle sue forme più autentiche. I programmi musicali di questa stagione puntano a sfruttare l’acustica degli ambienti, instaurando con essi un dialogo dinamico e agendo sulle percezioni di altezza, profondità e ampiezza. Ogni luogo è dunque pensato per le sue particolari qualità fisiche e storiche, che influenzano la percezione del suono e contribuiscono a una comprensione più profonda dell’interazione tra musica e spazio museale.
Programma:
Johann Sebastian Bach
Partita n. 1 in si minore, BWV 1002
Allemanda – Double
Corrente – Double. Presto
Sarabande – Double
Tempo di Borea – Double
Partita n. 2 in re minore, BWV 1004
Allemanda
Corrente
Sarabanda
Giga
Ciaccona
Partita n. 3 in mi maggiore, BWV 1006
Preludio
Loure
Gavotte en Rondeaux
Menuet I
Menuet II
Bourrée
Gigue
Il ciclo delle sei sonate e partite per violino solo risale al periodo che Bach trascorse alla corte di Köthen, tra il 1717 e il 1723.
In esse, Bach dimostra di aver assimilato lo stile dei grandi virtuosi tedeschi del violino della generazione precedente (Biber, Schmeltzer, Walter), il mondo della viola da gamba francese di Saint-Colombe e Marais, fino allo stile contemporaneo influenzato da Corelli e Vivaldi.
Ma se le tre sonate seguono lo schema "lento-veloce-lento-veloce" tipico della "sonata da chiesa", le partite si articolano invece come vere e proprie "suite" di danze, dove il compositore può elaborare in modo libero la sequenza dei movimenti, realizzando una perfetta applicazione del verbo "spielen" che, in tedesco (come in inglese o in francese) indica tanto "suonare" quanto "giocare"; da una parte l'esecutore si trova a "giocare" col proprio strumento avvalendosi di ogni genere di abilità (controllo tecnico, suono, analisi, fantasia); dall'altra il compositore costruisce queste tre "suite" in modi completamente diversi. La prima partita, in si minore, è articolata in un "gioco delle coppie" in cui ogni movimento di danza (Allemanda, Corrente, Sarabanda, Bourèe) è accoppiata a un "Double", ossia a un movimento speculare al precedente che ne costituisce una "variazione" nel senso più ampio del termine. La seconda partita, in re minore, sembra seguire un impianto più tradizionale la cui ampia ciaccona conclusiva suggerisce l'influsso francese mostrando, allo stesso tempo una complessità straordinaria, a tratti misteriosa, a cui sono stati dedicati innumerevoli studi. Tra essi, è importante evidenziare il lavoro di di Helga Thoene che ha dimostrato come questa partita abbia un'impronta sacra, dato che nella Ciaccona possono essere individuati segmenti di corali luterani legati soprattutto alla sfera funebre, ipotesi che porterebbe questa partita a essere un "Tombeau", ossia una composizione commemorativa di un defunto la cui tradizione è fortemente radicata nello stile francese. Il fatto che questo intento non sia esplicitato sul manoscritto porterebbe a pensare non a un omaggio a una personalità scomparsa, ma piuttosto a un lutto personale: dato che la data dell'autografo (1720) coincide con la scomparsa della prima moglie di Bach, Maria Barbara, alcuni hanno voluto vedere in lei la dedicataria: una ipotesi priva di evidenza documentale, ma affascinante e commovente. Infine, la terza partita, con la sua abbacinante sinfonia (che Bach orchestrerà nella cantata BWV29) e le sue giustamente celebri danze, conclude il ciclo con un clima straordinariamente luminoso e gioioso.
Fulvio Luciani
Violinista di fama internazionale, ha studiato con Paolo Borciani del Quartetto Italiano, Franco Gulli e Norbert Brainin del Quartetto Amadeus. Fondatore del Quartetto Borciani, ha tenuto concerti in tutto il mondo, contribuendo significativamente al repertorio attraverso esecuzioni e registrazioni acclamate dalla critica. Oltre al suo impegno con il quartetto, Luciani ha perseguito una carriera solistica e didattica di successo. Il suo sodalizio con il pianista Massimiliano Motterle è culminato nell’esecuzione di cicli integrali delle sonate per violino e pianoforte di Brahms, Schumann, Bach, Beethoven e Mozart, dimostrando un’intesa unica. Questo progetto ha ricevuto ampio riconoscimento, incluso l’interesse di Classica HD che ha registrato l’integrale delle sonate di Beethoven, un’impresa notevole per un duo italiano. Luciani è noto per la sua capacità di comunicare profonde emozioni musicali e per il suo impegno nell’educazione, promuovendo la musica classica tra le nuove generazioni. La sua attività concertistica lo ha visto protagonista nei più prestigiosi teatri e festival, collaborando con artisti e orchestre di fama internazionale. La dedizione di Luciani alla musica va oltre l’esecuzione: attraverso la scrittura e l’insegnamento, condivide la sua passione e conoscenza, ispirando studenti e ascoltatori. Con una carriera ricca di successi, Fulvio Luciani continua a essere una voce influente nel mondo della musica classica, celebrato per la sua tecnica raffinata e la spiccata sensibilità interpretativa.