RICERCHE PIÙ FREQUENTI
Gallerie d'Italia - Milano
Il 25 settembre alle ore 18:30
In occasione della mostra “UNA COLLEZIONE INATTESA. La Nuova Arte degli Anni Sessanta e un Omaggio a Robert Rauschenberg" in corso presso Gallerie d’Italia – Milano fino al 5 ottobre, nell’ambito di SOUND, Associazione Milano Musica in collaborazione con Gallerie d’Italia – Milano propongono un concerto dove le figure di John Cage e Robert Rauschenberg divengono centrali nella scelta dell’itinerario musicale.
Protagonista del concerto è il pianista Jan Michiels, solista che si è fatto conoscere per il suo approccio originale al repertorio pianistico, che avvicina antico e moderno in prospettive sempre nuove.
Il programma dell’appuntamento musicale nell’ambito di SOUND attraversa le sonorità esplorate da Conlon Nancarrow accostato alla ricerca del compositore d’avanguardia John Cage e a Claude Debussy.
Programma del concerto:
Conlon NANCARROW Canon A (1988, 5’)
John CAGE Etudes Australes 1 (1975, 4’)
Conlon NANCARROW Canon B (1988, 7’)
John CAGE 4’33’’ (1952, 4’33’’)
Claude DEBUSSY Préludes per pianoforte
Secondo libro, L 131 (1911-1912, 40’)
Brouillards | Feuilles mortes | La Puerta del Vino
Les fées sont d’exquises danseuses Bruyères | Général Lavine, eccentric
Ondine | Hommage à Samuel Pickwick Esq. PPMPC | Canope
Les tierces alternées | Feux d'artifice
Conlon Nancarrow (1912-1997) concentrò gran parte delle sue originalissime ricerche sulla pianola, i cui meccanismi consentivano ritmi di complessità estrema in ardue costruzioni polifoniche, che solo verso la fine degli anni ’70 ebbero l’attenzione che meritavano. Tra le poche cose che scrisse per pianoforte ci sono i Two Canons for Ursula (la pianista Ursula Oppens) del 1989.
Presenza assai più nota in tutto il mondo artistico fu John Cage (1912-1992), di cui non si possono riassumere in poche righe le ricerche, gli incontri e le molteplici influenze esercitate. Un esempio di radicalismo estremo è 4’33” (1952), in tre sezioni, di cui si precisa anche la durata: la rinuncia ad ogni gesto intenzionale (che caratterizza molte creazioni di Cage) qui è spinta ad estremo ascetismo e si consegna al silenzio. Della vasta e assai varia produzione pianistica ascolteremo un brano tratto dalle Etudes Australes del 1974-75, una raccolta scritta sovrapponendo un foglio trasparente a una mappa astrale, trasformando stelle e costellazioni in note musicali e costringendo le mani dell’interprete a continui salti tra i registri acuto e grave.
Tra il dicembre 1910 e il 1912 Debussy (1862-1918) compose i dodici Préludes raccolti nel secondo libro e pubblicati nella primavera 1913. Anche qui i titoli sono stampati dopo ogni preludio, tra parentesi e preceduti da tre puntini di sospensione: si dovrebbero leggere nel silenzio che segue le ultime note. Quasi tutti i Preludi hanno titoli dal carattere poetico-evocativo, che spesso contribuiscono a suscitare intorno alla musica un’aura misteriosa ed enigmatica. La varietà da loro evocata è tuttavia inferiore a quella suscitata dal radicalismo inventivo della scrittura pianistica, dalla scoperta sulla tastiera di orizzonti sonori nuovi, e, inseparabilmente, dalla libertà formale, dall’originalità di un pensiero musicale capace di reinventare il tempo secondo logiche discontinue, imprevedibili, istantanee, che si manifestano in modo originale anche quando è possibile riconoscere tracce di schemi noti.
Dopo aver vinto il Concours Reine Elisabeth nel 1991, Jan Michiels si è fatto conoscere per il suo approccio originale al repertorio pianistico, che avvicina antico e moderno in prospettive sempre nuove. Ne sono testimonianza diverse registrazioni, tra cui “Lost in Venice with Prometheus”, “The War of the Romantics” o “Slavic Soul”, che contengono brani da Bach ai giorni nostri, raccolti dal punto di vista di un interprete che compone i suoi programmi a partire da un dialogo continuo con la storia e con il presente. Michiels ha infatti lavorato intensamente con compositori come György Kurtág, Heinz Holliger, Helmut Lachenmann, Klaus Huber. Tra le sue fonti di ispirazione, Luigi Nono è stato al centro del suo dottorato in arti sul “Teatro dell'Ascolto”. Si esibisce regolarmente in prestigiose sale da concerto in Europa e in Asia. Ha realizzato diversi cicli completi: le Sonate di Beethoven, tutte le opere della Seconda Scuola Viennese, tutto Debussy, Bartók e Brahms (di quest'ultimo anche tutta la musica da camera con pianoforte). Come camerista ha lavorato con numerosi solisti ed ensemble; con Inge Spinette forma il duo pianistico YinYang. Si è esibito con direttori d'orchestra quali Stefan Asbury, Peter Eötvös, Philippe Herreweghe, Heinz Holliger, Kazushi Ono, Peter Rundl, Arturo Tamayo e Hans Zender, e con orchestre come Brussels Philharmonic, Orchestra Nazionale del Belgio, WDR Sinfonieorchester Köln, Berliner Symphoniker, Orchestra Sinfonica della Monnaie, Ensemble Modern, Ensemble Recherche, Symfonieorkest Vlaanderen, Orchestra Filarmonica di Liegi, Tokyo Metropolitan Symphony Orchestra. Ha inoltre collaborato a progetti con coreografi quali Anne Teresa De Keersmaeker, Sen Hea Ha e Vincert Dunoyer. È professore di pianoforte al Koninklijk Conservatorium di Bruxelles e professore ospite all'Università delle Arti di Berlino.