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Pietro Piffetti
Pietro Piffetti
Pietro Piffetti
Il Tavolo da muro con decorazioni a intarsio è stato realizzato da Pietro Piffetti, uno dei più famosi ebanisti del Settecento, nato a Torino nel 1701 e morto nella stessa città nel 1777. La presenza dell’artista a Roma nel 1730-1731 lascia supporre una frequentazione diretta della bottega di Daneau, da cui l’ebanista torinese avrebbe mutuato il gusto per la tarsia a soggetto floreale, secondo i modelli diffusi originariamente tra Olanda e Francia tra tardo Sei e primo Settecento.Pietro Piffetti
Il Tavolo da muro con decorazioni a intarsio è stato realizzato da Pietro Piffetti, uno dei più famosi ebanisti del Settecento, nato a Torino nel 1701 e morto nella stessa città nel 1777. La presenza dell’artista a Roma nel 1730-1731 lascia supporre una frequentazione diretta della bottega di Daneau, da cui l’ebanista torinese avrebbe mutuato il gusto per la tarsia a soggetto floreale, secondo i modelli diffusi originariamente tra Olanda e Francia tra tardo Sei e primo Settecento.
La realizzazione del tavolo da muro qui in esame si colloca nella prima fase della carriera di Piffetti, che al suo rientro da Roma nel 1731 viene nominato ebanista del re Carlo Emanuele III, una carica istituita appositamente per lui e che manterrà fino alla morte, licenziando una serie di arredi che costituiscono uno degli apici dell’ebanisteria italiana del Settecento. Per la famiglia reale realizzerà imponenti mobili, ma anche piccoli oggetti d’arredi molto raffinati, come calamai, scatole e ventagli.
La realizzazione del tavolo da muro qui in esame si colloca nella prima fase della carriera di Piffetti, che al suo rientro da Roma nel 1731 viene nominato ebanista del re Carlo Emanuele III, una carica istituita appositamente per lui e che manterrà fino alla morte, licenziando una serie di arredi che costituiscono uno degli apici dell’ebanisteria italiana del Settecento. Per la famiglia reale realizzerà imponenti mobili, ma anche piccoli oggetti d’arredi molto raffinati, come calamai, scatole e ventagli.
Nel 1962 l’Istituto Sanpaolo acquistò questo tavolo ed altri arredi di pregio per la nuova sede in piazza San Carlo a Torino. Il tavolo delle collezioni Intesa Sanpaolo ha una struttura del tutto simile a un esemplare conservato nelle raccolte del Victoria & Albert Museum di Londra. Quest’ultimo, però, presenta un putto in bronzo dorato curvo su un mappamondo, e sul piano la decorazione a intarsio di un libro rilegato. Si tratta del volume intitolato Il ritorno del cuore a Dio, scritto dopo il 1801, quindi successivo alla morte di Piffetti. In entrambi i tavoli è stata apportata un’integrazione tra la fine del Settecento e i primi anni dell’Ottocento, e recenti studi hanno posto l’attenzione sulla mancanza di notizie in merito ai committenti e alle motivazioni che hanno spinto a questi interventi successivi. Nella complessa vita dei manufatti d’arredo non mancano riusi, assemblaggi e interventi di adeguamento di gusto.
L'opera si trova alle Gallerie d'Italia - Torino.
Nel 1962 l’Istituto Sanpaolo acquistò questo tavolo ed altri arredi di pregio per la nuova sede in piazza San Carlo a Torino. Il tavolo delle collezioni Intesa Sanpaolo ha una struttura del tutto simile a un esemplare conservato nelle raccolte del Victoria & Albert Museum di Londra. Quest’ultimo, però, presenta un putto in bronzo dorato curvo su un mappamondo, e sul piano la decorazione a intarsio di un libro rilegato. Si tratta del volume intitolato Il ritorno del cuore a Dio, scritto dopo il 1801, quindi successivo alla morte di Piffetti. In entrambi i tavoli è stata apportata un’integrazione tra la fine del Settecento e i primi anni dell’Ottocento, e recenti studi hanno posto l’attenzione sulla mancanza di notizie in merito ai committenti e alle motivazioni che hanno spinto a questi interventi successivi. Nella complessa vita dei manufatti d’arredo non mancano riusi, assemblaggi e interventi di adeguamento di gusto.
L'opera si trova alle Gallerie d'Italia - Torino.