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Artemisia
Artemisia
Nel 1616 viene ammessa all’Accademia del Disegno, entrando in contatto con influenti personaggi come Galileo Galilei, che nutre per lei grande stima. Dopo un ritorno a Roma e una più breve tappa a Venezia, Artemisia risulta presente a Napoli a partire dal 1630, dove trascorre il resto della sua esistenza, allontanandosi solo tra il 1638 circa e il 1640 per raggiungere il padre a Londra. A Napoli Artemisia raggiunge la sua piena maturità artistica soprattutto per il raffinato uso del colore e della luce e per il particolare modo di trattare le stoffe, sempre ricche di ampi panneggi e incantevoli dettagli. Le sue opere riscuotono ampio successo non solo tra i numerosi committenti ma anche tra gli artisti presenti in città.
Nel 1616 viene ammessa all’Accademia del Disegno, entrando in contatto con influenti personaggi come Galileo Galilei, che nutre per lei grande stima. Dopo un ritorno a Roma e una più breve tappa a Venezia, Artemisia risulta presente a Napoli a partire dal 1630, dove trascorre il resto della sua esistenza, allontanandosi solo tra il 1638 circa e il 1640 per raggiungere il padre a Londra. A Napoli Artemisia raggiunge la sua piena maturità artistica soprattutto per il raffinato uso del colore e della luce e per il particolare modo di trattare le stoffe, sempre ricche di ampi panneggi e incantevoli dettagli. Le sue opere riscuotono ampio successo non solo tra i numerosi committenti ma anche tra gli artisti presenti in città.
La tela, realizzata a Napoli intorno al 1630, raffigura il celebre episodio biblico raccontato nel libro dei Giudici dell’Antico Testamento. Sansone, giudice d’Israele, aveva fatto voto di nazireato, antica istituzione ebraica considerata una solenne consacrazione a Dio. Tra gli obblighi imposti da questo voto, oltre alla rinuncia a bevande e cibi impuri, vi era anche quella del taglio dei capelli. Proprio dalla sua folta chioma e dall’obbedienza a questo voto derivava la sua straordinaria forza, grazie alla quale poteva difendere il suo popolo dai filistei. Proprio questi ultimi, nel tentativo di scoprire il mistero che si celava dietro la sua forza, convinsero la bella Dalila a sedurre il giovane Sansone per farsi rivelare il suo segreto. Il soggetto è legato al repertorio di eroine femminili spesso presenti nelle opere di Artemisia. Nonostante nel corso del tempo siano state avanzate varie ipotesi di attribuzione, numerosi e chiari sono gli elementi che consentono di ricondurre il dipinto alla mano dell'artista, come la composizione semplice ed essenziale delle figure e il profilo di Dalila e dell’ancella.
L'opera si trova alle Galleria d'Italia - Napoli.
La tela, realizzata a Napoli intorno al 1630, raffigura il celebre episodio biblico raccontato nel libro dei Giudici dell’Antico Testamento. Sansone, giudice d’Israele, aveva fatto voto di nazireato, antica istituzione ebraica considerata una solenne consacrazione a Dio. Tra gli obblighi imposti da questo voto, oltre alla rinuncia a bevande e cibi impuri, vi era anche quella del taglio dei capelli. Proprio dalla sua folta chioma e dall’obbedienza a questo voto derivava la sua straordinaria forza, grazie alla quale poteva difendere il suo popolo dai filistei. Proprio questi ultimi, nel tentativo di scoprire il mistero che si celava dietro la sua forza, convinsero la bella Dalila a sedurre il giovane Sansone per farsi rivelare il suo segreto. Il soggetto è legato al repertorio di eroine femminili spesso presenti nelle opere di Artemisia. Nonostante nel corso del tempo siano state avanzate varie ipotesi di attribuzione, numerosi e chiari sono gli elementi che consentono di ricondurre il dipinto alla mano dell'artista, come la composizione semplice ed essenziale delle figure e il profilo di Dalila e dell’ancella.
L'opera si trova alle Galleria d'Italia - Napoli.