San Paolo rapito al terzo cielo di Charles Claude Dauphin

Charles Claude Dauphin

San Paolo rapito al terzo cielo

Charles Claude Dauphin

L’autore della tela è Charles Claude Dauphin, artista francese considerato il massimo esponente della pittura di gusto parigino dell’epoca. L’opera, realizzata con la tecnica della pittura a olio su tela, è commissionata dalla Compagnia di San Paolo, una delle più rappresentative istituzioni torinesi, per arricchire le pareti dell’Oratorio insieme a tele di altri artisti.

Charles Claude Dauphin

L’autore della tela è Charles Claude Dauphin, artista francese considerato il massimo esponente della pittura di gusto parigino dell’epoca. L’opera, realizzata con la tecnica della pittura a olio su tela, è commissionata dalla Compagnia di San Paolo, una delle più rappresentative istituzioni torinesi, per arricchire le pareti dell’Oratorio insieme a tele di altri artisti.

L’intero ciclo pittorico vuole descrivere, con quadri di grandi dimensioni, gli episodi della vita di san Paolo, commentati da iscrizioni tratte dagli Atti degli Apostoli e da altre fonti paoline.

308,5 x 204,5 cm

Data: 1663-1664
Materia e tecnica: Olio su tela

Intro

Il dipinto raffigura il racconto tratto dalla Seconda Lettera ai Corinzi scritta da san Paolo: un uomo, quasi sicuramente il santo stesso, viene rapito e condotto fino al terzo cielo, ovvero il paradiso, collocato oltre l’atmosfera terrestre e il cielo degli astri. Qui, secondo il testo, l’uomo ascolta parole misteriose che a nessuno è permesso pronunciare. Il dipinto è caratterizzato dall’intreccio di corpi e colori e dal gioco di luci e ombre da cui emerge il drappeggio rosso del mantello del santo.

L'opera si trova alle Gallerie d'Italia - Torino.

Il dipinto raffigura il racconto tratto dalla Seconda Lettera ai Corinzi scritta da san Paolo: un uomo, quasi sicuramente il santo stesso, viene rapito e condotto fino al terzo cielo, ovvero il paradiso, collocato oltre l’atmosfera terrestre e il cielo degli astri. Qui, secondo il testo, l’uomo ascolta parole misteriose che a nessuno è permesso pronunciare. Il dipinto è caratterizzato dall’intreccio di corpi e colori e dal gioco di luci e ombre da cui emerge il drappeggio rosso del mantello del santo.

L'opera si trova alle Gallerie d'Italia - Torino.

San Paolo, al centro dell’opera, è in volo sorretto ai fianchi da due angeli e, ai piedi, da un insieme di putti, uno dei quali tiene in mano un libro aperto e una spada, tradizionali attributi paolini. È innalzato al di sopra delle nuvole, scure e pesanti, ed è ritratto con il volto, giovane e barbuto, rivolto verso sinistra.

Ha le braccia aperte e contempla, con espressione estasiata, uno specchio retto da due cherubini. Lo specchio è citato più volte negli scritti di san Paolo perché allude ai limiti della conoscenza terrena, la quale però verrà ampliata nel momento del raggiungimento del paradiso.

A sinistra, nella parte inferiore della tela, c’è un piccolo stemma bipartito di colore azzurro e oro che viene aggiunto in un momento successivo alla realizzazione dell’opera per identificare il committente, ovvero Carlo Bianco conte di San Secondo controllore, consigliere e segretario di Stato e Finanze del duca Carlo Emanuele I di Savoia.

Nella parte sottostante, si trova un cartiglio con l’iscrizione in latino che illustra il soggetto della scena. L’opera è espressione della pittura barocca francese della seconda metà del 1600, caratterizzata dal gusto per le tonalità chiare, il senso drammatico della composizione e il riempimento della tela con innumerevoli personaggi e figure monumentali.