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Pittore di Leningrado
Pittore di Leningrado
Lo stile di questo importante ceramografo si evidenzia nelle figure sottili con teste piccole, mani morbide, piedi dalle dita lunghe e nel disegno di panneggi svolazzanti.
Lo stile di questo importante ceramografo si evidenzia nelle figure sottili con teste piccole, mani morbide, piedi dalle dita lunghe e nel disegno di panneggi svolazzanti.
Il magnifico vaso attico è il capolavoro della collezione di ceramiche attiche e magnogreche raccolte nell’Ottocento dalla famiglia Caputi attraverso scavi condotti in più riprese a Ruvo di Puglia. Viene ritrovato in un sepolcro femminile nella cosiddetta “tomba delle ambre”, appartenuta probabilmente a una ignota nobildonna del luogo vissuta nel quarto secolo a.C. Si tratta di un’hydria, un contenitore per acqua con tre manici: due sui lati per sollevare e trasportare il recipiente, il terzo sul retro per versare con facilità il liquido. La ricca decorazione a figure rosse su sfondo nero raffigura una bottega di ceramografi con sette figure unite in un racconto curioso, che lega la dimensione reale a quella immaginaria. Secondo l’archeologo Roberto Paribeni è uno dei vasi più noti e riprodotti che esistano. L’affermazione riassume con efficacia la grande fortuna di questo vaso, la cui decorazione è oggetto di confronto scientifico da più di un secolo.
L'opera si trova alle Galleria d'Italia - Napoli.
Il magnifico vaso attico è il capolavoro della collezione di ceramiche attiche e magnogreche raccolte nell’Ottocento dalla famiglia Caputi attraverso scavi condotti in più riprese a Ruvo di Puglia. Viene ritrovato in un sepolcro femminile nella cosiddetta “tomba delle ambre”, appartenuta probabilmente a una ignota nobildonna del luogo vissuta nel quarto secolo a.C. Si tratta di un’hydria, un contenitore per acqua con tre manici: due sui lati per sollevare e trasportare il recipiente, il terzo sul retro per versare con facilità il liquido. La ricca decorazione a figure rosse su sfondo nero raffigura una bottega di ceramografi con sette figure unite in un racconto curioso, che lega la dimensione reale a quella immaginaria. Secondo l’archeologo Roberto Paribeni è uno dei vasi più noti e riprodotti che esistano. L’affermazione riassume con efficacia la grande fortuna di questo vaso, la cui decorazione è oggetto di confronto scientifico da più di un secolo.
L'opera si trova alle Galleria d'Italia - Napoli.