Complex Form di Sol LeWitt | Gallerie d'Italia Napoli

Sol LeWitt

Complex Form

Sol LeWitt Sol LeWitt è uno dei maggiori protagonisti del minimalismo e dell’arte concettuale. Nato a Hartford, nel Connecticut, nel 1927, in una famiglia di esuli ebrei di origine russa, si diploma in arte alla Syracuse University, per poi trasferirsi a New York dove frequenta una scuola per illustratori. Qui inizia a lavorare come grafico nello studio del noto architetto Ieoh Ming Pei, la cui opera è caratterizzata dall’uso delle forme astratte. Nello stesso periodo ha modo di conoscere il lavoro del celebre fotografo Eadweard Muybridge, i cui studi sulla sequenza e sul movimento lasciano un segno profondo nel suo immaginario.

Altro elemento fondamentale per la sua formazione riguarda l’esperienza di lavoro nell’ambito dell’accoglienza presso il Museum of Modern Art di New York, ambiente che gli permette di entrare in contatto con importanti esperienze espressive e con altri artisti emergenti. Comincia anche a occuparsi di editoria, insegna alla New York University e alla School of Visual Arts. Negli anni Ottanta l’artista realizza un ciclo di opere dal titolo Forme complesse. Si tratta di lavori bidimensionali o tridimensionali caratterizzati da serialità, ripetizione e progressione. LeWitt ritiene che l’atto che qualifica l’arte risieda soprattutto nell’idea e nella progettualità dell’opera, mentre la realizzazione materiale del manufatto può essere delegata ad altri. Nel 1980 lascia la frenetica megalopoli di New York per trasferirsi nella quiete della città umbra di Spoleto. Molto stimato da collezionisti e critici italiani, sul piano della produzione artistica LeWitt coltiva relazioni in tutta la penisola, legando per sempre il suo nome a quello del nostro paese.

188 x 510 x 200 cm

Data: 1986
Materia e tecnica: pigmenti e vernice su legno compensato

Intro

L’opera Complex Form è composta da cinque forme geometriche simili a piramidi di altezze diverse. Ogni singolo elemento è cavo ed è costruito con fogli di “medium density”, ovvero una fibra di legno a media densità, un materiale di uso comune, economico e più stabile del legno naturale. Questo particolare materiale si ottiene con un procedimento di lavorazione in cui vengono utilizzate fibre legnose, provenienti, per la maggior parte, da scarti di riciclo o residui di lavorazione, che vengono assemblati e ricompattati.

Tutte le forme sono disposte in fila l’una all’altra; non corrispondono a una piramide geometrica regolare in quanto non hanno l’asse centrale perpendicolare al terreno, ma piuttosto ognuna pende in direzioni differenti e
senza un ordine. Le forme presentano punte aguzze che si accostano reciprocamente in modo irregolare e asimmetrico.

Le piramidi hanno una base poligonale che crea un vivace gioco di luce e ombra che si rincorrono in ogni sfaccettatura. Le figure sembrano spingere energicamente verso l’esterno dando vita ad una composizione spaziale dinamica e sorprendente, immaginata dall’artista come simbolo della contemporaneità.

Nell’opera l’artista rappresenta la vita, evidenziando l’aspetto che dal suo punto di vista la caratterizza, vale a dire il progresso tecnologico in cui la purezza del geometrico diventa uno dei segni più evidenti della ricerca dei valori comuni e universali.

Sol LeWitt con quest’opera esprime una riflessione molto profonda sulla vita, che si concentra sui dettagli degli elementi, piuttosto che sulla loro visione d’insieme. I dettagli regalano, infatti, una dimensione privata e isolano dalla società e dalla mondanità, a cui lui preferisce la vita semplice della campagna.