Achrome di Piero Manzoni | Gallerie d'Italia Napoli

Piero Manzoni

Achrome

Piero Manzoni

Piero Manzoni nasce il 13 luglio del 1933 a Soncino, in provincia di Cremona. Dopo la maturità si iscrive alla facoltà di giurisprudenza che abbandona per passare al corso di laurea in filosofia. Sono questi gli anni in cui inizia a frequentare l’ambiente artistico milanese dove emerge la figura di Lucio Fontana con il quale Manzoni stabilirà un rapporto diretto. Simile in entrambi gli artisti è la volontà di superare lo spazio ristretto della superficie del quadro. Ma, se per Fontana la soluzione è quella di andare al di là di essa per analizzare le misteriose possibilità spaziali, per Manzoni questa volontà si traduce in un’esplorazione della materia stessa.

Piero Manzoni

Piero Manzoni nasce il 13 luglio del 1933 a Soncino, in provincia di Cremona. Dopo la maturità si iscrive alla facoltà di giurisprudenza che abbandona per passare al corso di laurea in filosofia. Sono questi gli anni in cui inizia a frequentare l’ambiente artistico milanese dove emerge la figura di Lucio Fontana con il quale Manzoni stabilirà un rapporto diretto. Simile in entrambi gli artisti è la volontà di superare lo spazio ristretto della superficie del quadro. Ma, se per Fontana la soluzione è quella di andare al di là di essa per analizzare le misteriose possibilità spaziali, per Manzoni questa volontà si traduce in un’esplorazione della materia stessa.

Nell'autunno del 1957 Manzoni inizia le sue sperimentazioni con la serie di quadri che chiamerà Achrome. Purtroppo l’intensa attività si interromperà alla morte improvvisa dell’artista avvenuta a 29 anni, il 6 febbraio 1963. In soli sette anni Piero Manzoni era riuscito a stravolgere le regole e ridicolizzare il mondo dell’arte con le sue provocazioni.

70 x 100 cm

Data creazione: 1958
Tecnica: Caolino e tela grinzata

Intro

Gli Achrome sono bianchi, non dipinti ma realizzati immergendo le tele: nei primi lavori nel gesso e poi, in seguito, nel caolino (la terra bianca con cui si fa la porcellana), e nella colla. Le opere si presentano arricciate nella parte centrale, oppure suddivise in sezioni quadrate o rettangolari, per poi essere lasciate a essiccare. Dal 1960, Manzoni realizza gli Achrome con materiali incolori tra i più diversi tra cui l’ovatta, il panno, il feltro, la lana di vetro, i panini, i sassi, il polistirolo e perfino il cloruro di cobalto, la pelle di coniglio, la paglia e la carta.

L’opera in esame è una superficie monocromatica bianca realizzata immergendo della comunissima tela nel caolino. Attraverso questo procedimento la superficie ruvida rivela le pieghe formate dalla tela, afflosciata sotto il peso dell’argilla bagnata e indurita, in arricciature rigide e irregolari.

Attraverso le sue produzioni, per certi versi estreme, il Manzoni vuole liberare l’opera d’arte da qualsiasi contenuto narrativo ed emotivo.

L’assenza di colore e di rappresentazioni, insieme alle specifiche tecniche di lavoro utilizzate per manipolare i materiali, eliminano la necessità di qualsiasi gesto o azione espressiva da parte dell’artista. Manzoni realizza così un’opera il cui unico contenuto è la materia stessa.